Nota per insegnanti, educatori, genitori:
“Senza forzare l’insegnamento della storia verso una impropria utilizzazione strumentale, non c’è dubbio che tale disciplina offra uno specifico contributo alla formazione di una cittadinanza nazionale, europea e mondiale. Per quanto riguarda la dimensione nazionale si presta in modo privilegiato ad educare alla memoria, con una attenzione tutta particolare alle vicende del Novecento, comprese le pagine più difficili della nostra storia nazionale. Particolarmente significativo risulta il ricordo delle lotte di liberazione e del successivo momento di concordia nazionale che ha consentito di elaborare e poi di consolidare la nostra Costituzione.” Indicazioni nazionali e nuovi scenari, MIUR 2018.
L’itinerario proposto vuole rispondere alle più recenti Indicazioni emerse in ambito nazionale in merito alla didattica della storia, con particolare riferimento al tema dell’educazione formale e informale, puntando a predisporre percorsi e ambienti di apprendimento affinché le conoscenze alimentino abilità e competenze culturali, metacognitive, metodologiche e sociali per nutrire negli studenti uno spirito critico e un’idea attiva di cittadinanza.
Lo studio dei presupposti della nascita della Casa del Popolo di Villanova e dell’Anpi d’in so (Circolo Guerrini) e dei fatti e delle persone che ne hanno segnato la vicenda ormai ultradecennale, sono infatti una rilevante testimonianza di ben riuscite pratiche di educazione civica, e testimoniano l’importanza dell’impegno individuale verso la comunità e di quello collettivo come strumento di tutela dei diritti dei lavoratori o dei potenziali lavoratori e delle loro famiglie e risposta alla sofferenza e alla desolazione della recente guerra.
In effetti, diversamente dalle vicende di altre Case del Popolo che risalgono primi del Novecento, la storia delle Case del Popolo di Villanova di Bagnacavallo è più recente e si data al secondo dopoguerra, quando il nostro paese si stava ricostruendo dalle rovine della dittatura e del conflitto mondiale e la voglia di uscire, condividere, rinascere, letteralmente, era tanta.
Il fermento conosciuto in quegli anni da Villanova, il forte esempio di cittadinanza attiva, collaborazione, cooperazione e “stare insieme” manifestato dai suoi abitanti, rappresenta un esempio quanto mai attuale per la società dei nostri giorni, colpita dal diffondersi del disinteresse e dell’individualismo e segnata dal crescente delle disuguaglianze e della presenza di nuove forme di solitudine ed emarginazione.
La particolare la storia di Villanova e dei suoi abitanti, mostra infatti come le comunità si possono ricostruire, reinventare, ritrovare insieme la propria identità, discutendo, condividendo, confrontandosi e raccontandosi, dando infine, significato alle cose e riparo e asilo alle memorie, collettive e personali.
La ricerca storica diventa quindi in questo caso un percorso, una passeggiata alla ricerca delle scelte che hanno fatto i nostri vecchi concittadini e, insieme, una testimonianza di come si possa reagire ai periodi duri e faticosi nel segno dello stare insieme e dello spirito comunitario.
Con questo itinerario si vuole non solo raccontare sinteticamente la vicenda delle Case del Popolo di Villanova ma anche fornire le fonti per una ricerca che coinvolga quanto più possibile emotivamente gli studenti, attraverso la conoscenza del luogo che abitano e l’ascolto delle voci dei protagonisti degli eventi raccontati. L’obiettivo è legare la storia alla vita quotidiana e all’esperienza diretta da parte degli studenti dei fatti e dei personaggi che hanno contribuito a dare alla realtà nella quale vivono l’aspetto che ha oggigiorno.
L’itinerario è suggerito per le scuole di tutti gli ordini e gradi, ovviamente graduando l’approfondimento storico ai diversi livelli. All’interno del testo dell’introduzione storica, che trovate in questo stesso capitolo del sito, ci sono rimandi a documenti e immagini di modo da permettere una conoscenza adeguata delle vicende delle due case del popolo e del contesto locale.
Per una panoramica più generale sulla storia di Villanova di Bagnacavallo e della sua comunità è riferimento principale il libro “Tra strada e fiume, Villanova, voci e documenti” di Morelli e Melandri, pubblicato a cura del Circolo Casablanca nel 2008, Tipografia Morandi di Fusignano (RA). Di grande ausilio anche fonti documentarie visive e filmati di testimoni orali raggiungibili ai link suggeriti nella stessa introduzione storica, in particolare sull’eccidio nazifascista del 16 Novembre 1944 si consiglia “Come acqua che scorre” di Fausto Pullano, un documentario che narra i fatti di quel giorno attraverso gli occhi dei testimoni. Di grande interesse anche il filmato “La civiltà palustre di Villanova di Bagnacavallo” . Per quanto riguarda invece la storia della seconda metà del ‘900, si suggerisce il documentario “Al fol de fiò” di Fausto Pullano.
Infine da segnalare è il progetto “Frutto della fatica”, dal quale hanno preso vita un documentario su YouTube e un libro, utili per avvicinarsi allo studio del periodo del cosiddetto “miracolo economico” degli anni ‘60. Da quest’ultima ricerca monografica si possono ricavare utili riflessioni sui diritti dei lavoratori, sull’etica del lavoro, sulla complessità delle scelte basate sull’idea di “progresso” e sulla necessità di interrogarsi e guardare in maniera critica allo sviluppo accogliendo nuove forme alternative di sviluppo etico e ecosostenibile.
Per uno studio maggiormente approfondito del contesto, sia locale che più ampio, non abbiamo allegato qui una specifica bibliografia poiché è ampiamente disponibile, e facilmente recuperabile, presso biblioteche, centri di ricerca o istituti storici.
Il Circolo Cooperatori APS (circolo@circolocoop.ra.it) e le Case del Popolo di Villanova (arciguerrini@gmail.com) sono comunque a disposizione per fornire informazioni ulteriori, documentazione in formato cartaceo, eventualmente organizzare incontri con testimoni significativi e, per quanto possibile, concordare forme di sostegno ad iniziative didattiche di classi ed istituti scolastici.
Villanova è un paese della “bassa”, che si sviluppa lungo la strada provinciale che fiancheggia il fiume Lamone. Nel mezzo c’è la Piàza (Piazza Tre Martiri), dalla parte verso le montagne c’è la zona denominata, in dialetto,“in so’”; mentre dalla parte verso il mare c’è quella denominata “in zo”.
Il testo di riferimento per studi e ricerche su Villanova è il libro “Tra strada e fiume, Villanova, voci e documenti” di Morelli e Melandri, pubblicato a cura del Circolo Casablanca nel 2008, Tipografia Morandi di Fusignano (RA).
Secondo questo testo la prima attestazione di Villanova in una fonte documentaria risale alla fine del XIII secolo. La storia del paese appare, in questa ricerca molto legata ai cambiamenti e alla storia del fiume Lamone. Nel testo, sulle origini di Villanova si legge:
“Sappiamo per certo che Villanova è emersa pian piano dalle acque, dagli acquitrini. Pian piano è divenuta terra emersa e “terra di riporto”, cioè qui trasportata e depositata dal fiume Lamone, fiume molto ricco di acqua e di sedimenti che hanno colmato, nel corso dei secoli, il nostro territorio e quello ravennate prosciugandoli.”
Al testo si rimanda per una ricerca approfondita sulla storia del paese che va dalle prime documentazioni di fine 1200 agli anni ’60, ripercorrendo fatti storici e di cronaca e memorie degli abitanti.
Villanova, molto nota per la lavorazione delle erbe palustri, si caratterizzava per un’industria delle erbe e lavorazione di queste molto fiorente, e peculiare. Raggiunse la produzione massima proprio attorno agli anni 50’ per decadere poi negli anni 70’ a seguito di scelte più orientate alla quantità piuttosto che alla singolarità della manifattura: si veda al riguardo il documentario “La civiltà palustre di Villanova di Bagnacavallo” . Durante la prima e la seconda guerra mondiale molte furono le perdite del paese, ma nel secondo dopoguerra si affermo’ una forte spinta collettiva alla rinascita e alla crescita economica.
Interessanti per conoscere la storia di Villanova anche due video su YouTube: “Al fol de fiò”, un documentario sul ponte Bailey e la storia di Villanova di Bagnacavallo nel secondo Novecento, regia di Fausto Pullano, soggetto di Daniele Morelli e Gian Luigi Melandri; “Frutto della fatica”, un documentario di Gian Luigi Melandri e Daniele Morelli sull’incidente sul lavoro che avvenne il 31 luglio 1964 nello stabilimento ortofrutticolo “Vifruma”, con cinque morti e numerosi feriti e il tema delle modiche intervenute nel mercato del lavoro negli anni sessanta. Alcune notizie sono anche reperibili a http://www.parrocchie.it/bagnacavallo/villanova/storia.html.
In questo contesto si inserisce, nei primi anni del dopoguerra, la costruzione a Villanova di ben due case del popolo (una in piazza e l’altra nella zona “in so”), espressioni del vivere sociale e solidale di una comunità: luoghi in cui la gente poteva riunirsi, divertirsi, stare insieme, fruire dei mezzi di comunicazione, di stimoli culturali, decidere delle questioni del paese e parlare di politica, esercitare di fatto la democrazia. Va sottolineato che l’adesione prevalente ad un orientamento politico (quello socialista-comunista) non inficiava la realtà di luoghi di tutti e per tutti, a cui concorrevano con contributi e lavoro volontario persone di ogni convinzione ideale, e ancor più aperti alla partecipazione di tutti, senza alcuna discriminazione.
Un documento recentemente elaborato da Tiziana Bandoli ed Eros Rambelli sulle due Case del Popolo di Villanova, “Gli spazi sociali autogestiti di Villanova, La Cà de popul, L’Anpi d’in so’”, sintetizza al meglio la loro storia.
Nella seconda metà degli anni ’40 in tutta la Romagna ci fu un ampio moto partecipativo: nacquero molte cooperative; si radicarono sul territorio e si consolidarono i partiti popolari di massa, in particolare il PCI; ci furono molte lotte per il lavoro e in difesa della dignità dei lavoratori.
Dopo gli anni bui del fascismo e della guerra si sperava finalmente in un mondo nuovo più giusto
e più libero. Si veda l’estratto dal documentario (2007) “Piccolo Cane Nero, Storie di Case del Popolo” di Danilo Caracciolo e Roberto Montanari.
In questo clima, particolarmente in Romagna, i cittadini, associati in cooperativa o organizzati in partito, allora realmente di massa, costruirono in ogni città e in ogni paesino le Case del Popolo, spazi di socialità per il tempo libero e di partecipazione politico-culturale. Anche Villanova fu investita da questo fenomeno. Nell’immediato dopoguerra, quasi tutto l’abitato del paese era costituito da una trentina di traverse, che dalla via principale giungevano fino all’all’argine del fiume. In quel periodo ciascuna delle zone, con proprie botteghe, propri spazi di gioco lungo il fiume, propri luoghi di ritrovo e in persino una propria sezione di partito (PCI, PSI, PRI e DC erano quelli presenti), aveva una forte “identità territoriale” e persino qualche “rivalità” con le altre zone.
Questo giustifica, pur in paese relativamente piccolo, il sorgere in pochi anni sia della “CA’ DE POPUL d’la piaza” e, a circa un chilometro di distanza, “l’ANPI d’in Sò” (ora Circolo Guerrini) in via Superiore.
CA’ DE POPUL DI VILLANOVA
Usciti dal periodo buio del fascismo e della guerra con tanti progetti ed utopie per la mente e una gran voglia di libertà, i Villanovesi cominciarono a costruire propri spazi per incontrarsi, stare insieme, divertirsi, discutere, organizzarsi, sognare. Nacque la Casa del Popolo, cosidetta della piazza, lo spazio della politica e della socialità: un grande contenitore polifunzionale, luogo di incontro e di partecipazione, realizzato dalle organizzazioni di sinistra ma col contributo di pressoché tutto il paese. Un opuscolo redatto da Eros Rambelli e Tiziana Bandoli e stampato a dicembre 2015 “La Casa del Popolo di Villanova, uno spazio di socialità costruito… e ricostruito dai Villanovesi per i Villanovesi”, ne descrive in modo molto dettagliato ed esplicativo la storia a partire dalla nascita, 11 luglio 1948 con la costituzione della COOPERATIVA “CASA DEL POPOLO” di Villanova di Bagnacavallo.
Oltre a un luogo di incontro e socialità permanente (bar, sala della televisione – quando non era ancora presente nelle case…) e di divertimento (eventi musicali e ballo), era luogo di riferimento partecipato per assemblee, riunioni e dibattiti politici o sindacali su temi generali e locali.
Nel 1970 nacque, sulla spinta delle nuove generazioni di allora, sensibili ai fermenti politici e culturali del ’68, il club SAMANTHA’S che seppure per soli due anni fu riferimento giovanile per un area molto più ampia, di tutta la provincia e non solo.
Poi le abitudini e gli stili di vita cambiarono… progressivamente la Ca’ de Popul si svuotò e rimase per lunghi periodi sottoutilizzata. A metà degli anni ’80 una parte della Casa del Popolo di Villanova fu demolita e venduta, mentre l’altra parte rimase un involucro vuoto inutilizzabile. Solo il bar e le sedi del partito e del sindacato rimasero in buono stato e fruibili.
Nel 1991, si crearono le condizioni per una nuova spinta partecipativa che portò in pochi anni, grazie al lavoro di tanti volontari e al contributo di molti Villanovesi, alla ristrutturazione di quegli spazi.
Allo scopo si procedette alla costituzione, nel 1992, di una nuova cooperativa culturale “VILLANOVA 92”, per gestire al meglio la nuova fase della rinascita. Villanova ebbe di nuovo la sua Ca’ de Popul, moderna e funzionale.
Si veda al riguardo il documento “La Casa del Popolo di Villanova, Gli anni della rinascita 1991-94. L’attività svolta dal Comitato Promotore e dalla Coop. “Villanova 92”, ove sono descritte le varie attività svolte in quel periodo e sono raccolti tutti i materiali scritti e fotografici prodotti.
CASA DEL POPOLO L’ANPI D’IN SO’
Nel 1948 quelli di Via Superiore (quii d’in So’), tutti antifascisti e in gran parte comunisti, pur partecipando alla realizzazione della Casa del Popolo che stava sorgendo in piazza, decisero di realizzare anche un loro autonomo spazio politico e ricreativo più vicino a casa.
In venti comprarono una vecchia casa semidiroccata e in breve tempo, col lavoro volontario di tanti, lo stabile fu sistemato e reso agibile: al piano terra venne ricavato un ampio spazio, utilizzato come bar-circolo ricreativo; al primo piano una stanza divenne una sezione di partito (sezione PCI “Guglielmo Guerrini” – ucciso da una squadraccia fascista); mentre l’altra sala più grande venne utilizzata per attività sociali, politiche, ricreative. Era nata la Casa del Popolo l’ANPI d’in Sò.
Per l’autogestione degli spazi e delle attività si costituì il Circolo ricreativo Guglielmo Guerrini.
Gli anni ‘50 e ‘60 furono anni di ampia partecipazione, nella sala venne installata una delle prime televisioni e gran parte della gente si riuniva la sera con la famiglia, il bar alla sera era sempre molto frequentato dai fondatori, i coetanei che avevano partecipato alla guerra, i giovani e i figli del dopoguerra e del boom economico.
Era ancora un luogo politico, in cui la gran parte aveva un orientamento di sinistra e antifascista e per tutti gli anni 60’ e 70’fu molto frequentato.
Negli anni 80’ e fino agli anni 2000 il circolo fu via via frequentato sempre meno, ma come per la Casa del Popolo anche per l’ANPI d’in so si decise di fare una campagna di raccolta fondi e investirli nella ricostruzione. Ad oggi lo spazio è ancora utilizzato per diverse manifestazioni. Nel libretto prodotto dal Circolo Guerrini, “Il circolo Guerrini di Villanova di Bagnacavallo ovvero L’ANPI d’in so’”, si trovano tutte le informazioni e le fonti documentarie utili a una ricostruzione.
*Le informazioni riportate sono state raccolte dai libretti prodotti da Eros Rambelli e Tiziana Bandoli durante le loro attività come volontari attivi delle Case del Popolo trattate e dalle informazioni trovate dei testi e nelle ricerche di Daniele Morelli e Gianluigi Melandri.
Documenti e materiali per la storia delle Case del Popolo di Villanova di Bagnacavallo
Fai clic sulle seguenti voci per scaricare i documenti in PDF:
- Tra strada e fiume: Villanova, voci e documenti
- Gli spazi sociali autogestiti di Villanova: La Cà de popul, L’Anpi d’in so
- La Casa del Popolo di Villanova, uno spazio di socialità costruito… e ricostruito dai Villanovesi per i Villanovesi
- Gli anni della rinascita 1991-94. L’attività svolta dal Comitato Promotore e dalla Coop. Villanova 92
- Il circolo Guerrini di Villanova di Bagnacavallo ovvero L’ANPI d’in so